Il cereale Monococco: la mia personale interpretazione
Buongiorno a tutti,
vi parlo oggi del Monococco, una mia “vecchia” conoscenza poiché, esattamente tra il 2007 ed il 2008, ho avuto il piacere di sperimentare creando delle ricette che ho proposto e consigliato a coloro che seguono la cucina del benessere.
Sempre in quel periodo sono andato a trovare una persona, uomo d’altri tempi, che ricopre cariche importanti all’interno della Associazioni e Fondazione da Lui create.
Sono un bresciano amante della propria terra, di ciò che essa ci regala, prodotti che ci permettono di distinguerci in tutto il mondo; Riccardo non ha esitato un attimo ad offrirmi i prodotti creati con il Monococco, ad illustrarmi le qualità che esso racchiude ed alle potenzialità di un futuro mirato a diffondere il prodotto in tutto il mondo.
Una chiacchierata cordiale ed alcuni sacchetti di MONLIS caricati nel bagagliaio della macchina diedero così inizio alla mia sperimentazione che avviai in laboratorio l’indomani, intrapresa con la solita foga e curiosità al fine di poter avere delle risposta importanti.
Fu un mese molto impegnativo quello a seguire, un’infinità di fotografie,impasti, relazioni; tra le tante cose poi, durante una serie di docenze tra Barcellona, Madrid e Minorca, la possibilità di realizzare alcune delle preparazioni sperimentate.
Non avevo a disposizione purtroppo una grande quantità di Monococco, ne spedii qualche giorno prima solo 10 kg all’indirizzo del grande hotel dove avrei dovuto operare.
Realizzai diverse preparazioni, una piccola quantità di per ognuna di esse, tra le quali:
Del buon pane aromatizzato
Pane in cassetta
Pasta di monococco all’olio extra vergine di oliva per torte salate e croste (vedi branzino)
Bignè mignon in versione dolce e salata
Gelosia di branzino con farcia di verdurelle ed insalatina di pomodori e basilico croccante
Crostate di pasta frolla confettura di fragole e croccante di limone
Casoncelli di patate farciti con zucca e Reggiano, leggera crema alla salvia
Casoncelli di monococco farciti ai broccoletti con croccante al bacon e ratatouille di S.Marzano
Piccole torte mimosa di monococco
il tutto realizzato in chiave “benessere”, il Monococco si presta a questa tipologia di cucina, i suoi valori nutrizionali sono talmente elevati e di qualità da potersi e rientrano a pieno merito nel contesto di una serie di piani alimentari specifici, oltre all’ordinario consumo per le porzioni benessere raccomandate dall’Inran.
Come è ben noto, quando ci si trova a lavorare una farina integrale, soprattutto per le preparazioni lievitate, ci sono delle difficoltà o meglio: essendo poco raffinate e ricche di fibre hanno una consistenza che non permette uno sviluppo in termini di volume dovuto alla lievitazione, non bisogna però esagerare con la quantità di lievito, rovinerebbe irrimediabilmente il gusto del prodotto finale.
Si ottiene ugualmente un ottimo risultato, l’ho documentato anche nel mio book fotografico, l’importante, come al solito, è provare e trovare la giusta grammatura per creare il prodotto prescelto.
Se si volesse ottenere un risultato migliore è sufficiente, anche se non ha molto senso, setacciare la farina perdendo così dei preziosi componenti nutrizionali oppure acquistarne leggermente più raffinata.
Nelle mie proposte e nello sviluppo delle ricette utilizzo sistematicamente il monococco, l’ho inserito anche nel mio libro Athletic Culinary Book, dedicato alla cucina del benessere e per gli sportivi, il riscontro è sempre notevole, qualsiasi preparazione venga proposta.
Alcuni limiti esistono nella produzione della pasta fresca, è difficile abbinare altri alimenti nella composizione della sfoglia, non per la consistenza , ma per il gusto ed il colore che spesso conferiscono poiché, di per se stesso, l’impasto assume colorazioni piuttosto scure.
Questo secondo il mio punto di vista, ho visto ed assaggiato preparazioni effettuate dai miei colleghi, anche molto particolari nel gusto e nel colore, ripeto, ognuno interpreta liberamente le proprie idee ed è giusto rispettarle.
Io apprezzo molto il gusto particolare di questo cereale, il profumo che emana, le sensazioni sensoriali che mi scatena, preferisco lasciarlo “naturale” abbinando dei sughi che possano esaltarne le caratteristiche.
Da bresciano doc, come si suol dire, per quanto riguarda le produzioni di pasta fresca, preferisco abbinarlo a del buon pesce di lago, ai funghi porcini, ragout di selvaggina e vegetali, ma anche, per il famoso “strappo alla regola”, con fondute di formaggi della nostre Valli.
Scrivo strappo alla regola perché ho impostato il discorso sulla cucina del benessere e qualcuno magari demonizza i formaggi, ma anche l’utilizzo di alcuni tipi degli stessi, nelle giuste quantità consigliate dai Nutrizionisti, non creano sicuramente danno.
Nei miei progetti futuri sicuramente “tirerò fuori dal cassetto”i due ricettari scritti nel 2008 e riadattati lo scorso anno inserendo nuove tecniche ed abbinamenti,sarebbe stato questo il primo libro che avrei dovuto scrivere ma, per una serie di circostanze si optò per quello riguardante le ricette senza glutine.
Ricevo molte domande per quanto riguarda l’utilizzo del Monococco per i celiaci ricordo che,se pur in fase di sperimentazione da diversi anni, è considerato alimento vietato, diversi siti web autorizzati forniranno le dovute risposte scientifiche.
Nel frattempo esorto tutti coloro che possono assumerlo, di prendere in considerazione l’inserimento del Monococco nella propria dieta e di leggere attentamente quanto scritto negli altri articoli del blog che ne illustrano in maniera ineccepibile le eccelse qualità.
Per quanto mi riguarda ho creato, da poco, una serie di preparazioni con i Chicchi di Mononcocco, timballi, zuppe e qualche altra preparazione innovativa come delle insalate composte ideali per un pasto veloce ed equilibrato, sempre per far fronte, purtroppo, al ritmo di vita che purtroppo sempre più spesso, genera stress e disordini alimentari.
Concludo informandovi che esistono da tempo dei pastifici e dei panifici che utilizzano il Monococco la cui produzione è veramente di alta qualità; inoltre c’è anche la birra, ottima e proposta in varie tipologie; anche in questo caso il blog diventa una “mappa” per poter individuare queste realtà che consiglio spassionatamente di visitare.